(Fibrolisi chirurgica a “cielo coperto” con azione diretta su danno ormai organizzato)
La fibrolisi diacutenea consiste in un intervento specifico strumentale, finalizzato alla normalizzazione delle funzioni del sistema muscolo-scheletrico, con estrema precisione e conservando l’integrità della pelle. E’ considerato un atto chirurgico a “cielo coperto” col quale vengono rotti (lisati) aderenze e corpuscoli fibrosi responsabili della simulazione di svariate patologie.
È una metodica utilizzata in ortopedia, reumatologia, fisiatria, medicina sportiva e fisioterapia, che si rivela utile e in alcuni casi indispensabile in situazioni morbose di difficile trattamento che interessano i tessuti molli e le fibrosi para e periarticolari. Una numerosa casistica clinica pluridecennale conferma l’efficacia della terapia in situazioni persistenti da tempo ed insensibili ad altri trattamenti.
Si tratta di una tecnica per uso specifico, che offre ottimi risultati nel trattamento di varie patologie che colpiscono il sistema muscoloscheletrico, soprattutto se applicata a livello dei tessuti molli. A volte può essere evidenziato un precedente trauma (contusioni, ematomi, stiramenti muscolari) o una patologia da sovraccarico funzionale da posture scorrette o da attività sportiva.
Se applicata correttamente, dimostra un’efficacia superiore ad altri mezzi fisioterapici nelle aderenze post-traumatiche e post-infiammatorie con sintomatologia dolorosa e limitazione funzionale.
La fibrolisi ha importanza anche ai fini diagnostici perché rende possibile percepire e localizzare con una palpazione profonda strumentale la presenza di formazioni fibrose nel contesto dei tessuti molli. Le spatole utilizzate consentono di esplorare e localizzare processi reattivi anche di modesta entità grazie alla forma dello strumento e alle piccole dimensioni delle punte esploranti, e di trattare anche zone situate in profondità.
Fibrolisi: Esecuzione della Tecnica
La tecnica di esecuzione è semplice, ma richiede una manualità sicura e precisa, e una sensibilità che solo l’esperienza e la pratica costante riescono a garantire. La fibrolisi si svolge in due fasi: dapprima di indagine diagnostica (fase ispettiva con punta esplorante) , quindi segue l’atto terapeutico vero e proprio.
Se la formazione fibrosa irregolare è superficiale e facilmente comprimibile su un piano osseo, è sufficiente eseguire dei brevi movimenti di “va e vieni”, spostando la cute stessa sui piani profondi. L’aderenza si avverte come un’asperità, il cui suono amplificato dalla vibrazione dello strumento e percepito come un crepitio.
Se si deve esplorare una zona profonda muscolare, dopo un’ispezione manuale orientativa, si afferra la massa muscolare fra pollice e medio della mano sinistra e la si solleva pinzandola seguendo il decorso delle fibre. Si affonda quindi la punta dell’ansa terminale di idonea curvatura nella piega formatasi, in modo che la parte sollevata vada a riempire la concavità dell’ansa stessa.
A questo punto il fibrolisore viene utilizzato a scopo terapeutico. Dopo aver agganciato il nodulo con la punta dello strumento, si eseguono dei piccoli e veloci movimenti a scatto, esercitando una pressione variabile in base alla resistenza del nodulo stesso. Scopo della terapia è quello di sfaccettare la superficie del corpo fibroso in modo da riuscire nel corso di poche sedute (due o tre a distanza di qualche giorno fra di loro) a frammentarlo meccanicamente per via diacutanea.
Qualora ciò non fosse possibile completamente, può essere sufficiente allontanarlo dalle terminazioni sensitive irritate e responsabili della sintomatologia algica. La seduta terapeutica può provocare un discreto disturbo doloroso specie nei punti di maggiore aderenza. Dopo la seduta si può avere una temporanea riacutizzazione dei sintomi, destinata a scomparire in breve tempo.
Mezzi
Mediante l’uso di particolari strumenti è possibile agire sugli strati più superficiali dei tessuti con lo scopo di eliminare aderenze, noduli ed altre anomalie.
Scopi della fibrolisi
La sua azione di rilascio tra le partizioni interfasciali e miofasciali ripristina il corretto scorrimento dei differenti piani anatomici durante il movimento e risolve potenziali fenomeni di compressione che possono causare dolore e disfunzione. In presenza di eventi acuti, la risposta del nostro organismo non sempre è ottimale. Il processo di guarigione può non essere perfetto e il risultato è la presenza di “cicatrici” o “aderenze” nei muscoli o nei tendini, chiamate “esiti corpuscolo-aderenziali di fibrosite” (termine ormai obsoleto, sostituito successivamente dall’autore in: “organizzazioni fibrotiche complesse con esiti corpuscolo-aderenziali”).
Tali cicatrici si presentano sotto varie forme come noduli o aderenze fibrose. A volte il processo di riassorbimento di tali strutture può durare mesi, se spontaneo, a volte può non avvenire. La fibrolisi cerca di avviare o accelerare il processo di riassorbimento, riportando il tessuto in condizioni di normalità.
Controindicazioni
Maggior attenzione va posta al paziente in trattamento con anti coagulanti, anti aggreganti e pomate steoridee (cortisoniche).
Kit per Fibrolisi
Il Nostro Kit è composto da diversi strumenti, nati e pensati per il trattamento integrato tra gli uni e gli altri.
I sei ganci, montati su impugnature godronate per garantire il miglior grip nella mano, hanno raggiature e inclinazioni differenti, al fine di poter accogliere partizioni tissutali di diverse dimensioni o piccole partizioni corporee. Le lame, invece, sono dotate di un lato utilizzato nei trattamenti soft tissue, ed uno per quelli deep tissue. Hanno forme, dimensioni e pesi differenti per garantire la miglior ergonomicità. Gli strumenti miofasciali (iastm) sono prodotti con taglio laser.
Gli uncini sono stati pensati, disegnati e progettati da un’idea di Corrado Comunale.
Anche negli iastm tools presenti, due in particolare di essi, sono totalmente frutto di un’idea nata da Corrado Comunale.
Il materiale di entrambi è acciaio inox smaltato, facilmente igienizzabile, e con un tono di prestigio alla vista. Sono contenuti in due distinti box per facilitarne il trasporto, qualora si presentasse l’esigenza di utilizzare solo uno dei due tipi di strumenti.
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