Parlando di ernie discali, bisogna constatare che sull’ernia in se effettivamente, si può fare poco, molto si può fare sulla sintomatologia da essa causata.
Il problema è legato in particolare all’ampiezza del canale vertebrale che è soggettiva per ogni individuo. La cosa che emerge e che deve fare riflettere, è il fatto che le ernie si presentino sempre, o quasi, allo stesso livello. Di solito le ernie sono presenti maggiormente nella regione cervicale e lombare. Questi 2 tratti hanno delle caratteristiche anatomiche e funzionali particolari ben differenti a secondo del tratto considerato ma na delle caratteristiche che li accumuna è la presenza in entrambe di una lordosi
Le lordosi sono tali per la presenza nella regione anteriore di strutture che esercitano una trazione come ad esempio la regione cervicale che si adatta alle tensioni della guaina viscerale del collo che è correlata alle tensioni derivanti dall’esofago.
A livello lombare ci sono grossi gruppi muscolari che agiscono posteriormente con il grande dorsale, lateralmente con il quadrato dei lombi, anteriormente con il muscolo psoas e i pilastri del diaframma.
Dunque in teoria parliamo di una zona molto mobile; ma in realtà anche a causa di queste strutture non è così.
L’ernia è di solito posteriore o laterale, è dunque frutto di tensioni che vengono dalla regione anteriore; quindi gran parte dell’attenzione si focalizza sul muscolo psoas, tra le fibre del quale ritroviamo il plesso lombare; inoltre ritroviamo l’inserzione dei pilastri del diaframma che origina dal livello D12 fino anche, con qualche fibra in maniera incostante, da L4.
Il muscolo Psoas discende a livello della fossa iliaca dove si connette con il ventre carnoso dell’iliaco che va a costituire una sorta di pavimento; a questo sono contrapposte superiormente le cupole del diaframma che vanno a costituire il tetto.
Abbiamo dunque due strutture che agiscono in maniera similare anche se in sensi diversi. L’azione muscolare del diaframma e’ guidata dal comportamento dei visceri.
E’ presente una pressione, positiva o negativa a seconda della fase respiratoria, che mantiene le strutture adese superiormente ed inferiormente; questa pressione e’ mantenuta dalla tensione e resistenza della parete addominale.
Quando la tenuta della parete addominale diminuisce per un qualsiasi motivo (vita sedentaria, esito di un intervento chirurgico,parto ecc.), i visceri si abbassano per la forza di gravità con l’inevitabile conseguenza che ci sia un comportamento medesimo da parte del diaframma (che si poggia su di essi cambiando la sua posizione e azione) e dei pilastri.
I visceri scendendo si poggiano sempre più a livello del muscolo iliaco, più da un lato o dall’altro, che reagisce diventando ipertrofico e andando a determinare delle ripercussioni anche a livello delle inserzioni prossimali dello psoas. Questo comporta una verticalizzazione della colonna lombare con due principali conseguenze: 1- alterazione dei carichi; il fenomeno se si protraesse per pochi giorni non darebbe problemi particolari, ma mantenendosi nel tempo ha chiaramente degli effetti importanti; 2- perdita di elasticità del tratto lombare che determina un inevitabile compenso delle strutture sottostanti L4-L5-S1. Il compenso viene messo in atto, in particolare, nella deambulazione durante la quale c’è una fisiologica alternanza di torsioni iliache e sacrali che non fanno altro che determinare adattamenti su queste strutture compensanti. Il tratto lombare che risulta verticalizzato, determina dei fenomeni di colpi di frusta sulle vertebre L4/L5/S1.
E’ importante sottolineare che il disco intervertebrale di L5 si presta a questi fenomeni per la sua conformazione irregolare.
Le ernie a livello L4-L5-S1 sono generalmente da usura, mentre a livello dorsale basso e anche risalendo, sono più conseguenza di trauma.
La formazione di un’ernia,altro non è che una risposta dell’organismo e uno degli errori che classicamente si fa, è rimuoverla senza andare a riequilibrare le tensioni anteriormente; accade così che si presentano delle recidive o dei fenomeni irritativi legati alla cicatrizzazione ipertrofica.
Tutto questo discorso fa capire come il nostro organismo lavori sempre alla ricerca di un equilibrio; quando questo viene meno,per un qual si voglia problema, si scatenano i fenomeni algici.